(articolo pubblicato sul numero di febbraio di Distribuzione Moderna, www.distribuzionemoderna.info)
Le statistiche dicono che pochissimi nuovi prodotti di largo
consumo hanno successo. La maggior parte di essi fallisce miseramente, e
scompare dagli scaffali nel giro di uno o due anni. Altri vivacchiano senza nemmeno
avvicinarsi agli obiettivi che l’azienda si era immaginata. Pochi sopravvivono
ed ottengono buoni risultati.
Perché? Il problema principale
è che spesso i nuovi prodotti vengono lanciati senza adeguate ricerche alle
spalle.
In molte piccole e medie aziende alimentari, spesso è
l’imprenditore che decide se vale la pena produrre ed immettere sul mercato un
nuovo prodotto. Sulla base delle sue idee e convinzioni. Che a volte sono
azzeccate, ma più spesso no – perché il prodotto deve piacere a chi deve
acquistarlo, non a lui.
Ma anche in aziende piu’ grandi questo fenomeno, a volte, si
ripete. Esiste una multinazionale del largo consumo in cui ogni fine anno la
sede europea deve mandare al quartier generale in USA una lista di idee di nuovi
prodotti per l’anno successivo. Lì, distante migliaia di chilometri, il CEO
decide, in base al suo giudizio personale, quali prodotti possono essere
lanciati in Europa e quali no.
Questo è
un caso estremo.
Ma senza arrivare a tanto, molte aziende medie e grandi non
seguono alcun processo strutturato nell'ideazione e nella scelta dei prodotti
da lanciare.
Operare così, sulla base di intuito e scelte di gusto
personali, è esattamente il modo per
aumentare a dismisura le probabilità di insuccesso.
Come si dovrebbe procedere, invece? Visto che un nuovo prodotto comporta tanti
rischi di fallimento e spesso alti listing fees da pagare, prima di decidere
che fare si dovrebbero investire un po’ tempo e
soldi in ricerche di mercato ben strutturate. Le aziende che hanno più
successo nell’innovazione lavorano con processi, detti “stage & gate”,
dove, come in un imbuto, tante idee di prodotto entrano ma solo pochissime
superano le varie fasi di test (gate) per arrivare ad essere lanciati sul
mercato.
Sicuramente, lavorare con processi del genere richiede
competenze, tempo e risorse. Certo è molto piu’ facile evitare tutto ciò, e
basarsi solo sul proprio intuito ed esperienza. Ma, alla lunga, un approccio
strutturato che consente di concentrarsi solo su poche iniziative ad alta
probabilità di successo vince sempre.
maurizio@pisanifoodmarketing.it
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