Quello che è successo nei giorni scorsi è un fenomeno da
studiare attentamente.
Per chi non lo sapesse (?), è successo che a un giocatore
del Barcellona, Dan Alves, viene lanciata una banana dagli spalti mentre sta
battendo un calcio d’angolo: un insulto razzista, a cui Dani risponde nella
maniera più naturale possibile: sbuccia la banana e se la mangia.
E un infinito numero di personalità (calciatori, politici,
ecc) ripete lo stesso gesto, fotografandosi mentre mangia una banana e postando
la foto sui social network. Dal nulla, la banana diventa simbolo
dell’anti-razzismo. Un fenomeno
mondiale, con milioni di foto postate in rete, condivisioni e quant’altro.
Probabilmente, quello che è successo non ha influito granché
sui consumi di banane al mondo. Ma deve farci riflettere. Ci indica quanto,
oggi, siano potenti i social network. Ci fa capire come oggi un’idea vincente
si possa propagare all’istante, in tutto il mondo, senza investirci nulla.
Il mondo del marketing è cambiato. Un tempo, le idee si
trasmettevano tramite spot televisivi, annunci sui giornali e così via. Cose
che costavano (e costano) tanti soldi. Oggi le idee forti vanno direttamente al
consumatore, senza più passare per i mezzi tradizionali (che ogni anno vedono
calare drammaticamente numero di investitori e quantità di soldi
investite).Oggi si possono creare personaggi e marche in giorni, non anni; ma
allo stesso modo, marche e personaggi possono essere distrutti in qualche ora,
se fanno o dicono le cose sbagliate.
Certo, i prodotti e le marche ortofrutticole e di largo
consumo sembravano, fino a qualche tempo fa, immuni da questa rivoluzione: era
facile e ragionevole pensare che sui social media si parlasse volentieri
dell’ultimo film uscito o del nuovo modello di telefonino, e un po’ meno della
nuova varietà di cavolfiore o di merendine al cioccolato.
Abbiamo visto che non è così.
La banana e Dani Alves, Barilla e la famosa esternazione
sulla famiglia.
Qualsiasi prodotto e marca possono diventare protagonisti ,
in positivo o negativo, nel giro di poche ore. Anche quelli più apparentemente
banali.
Che fare, quindi? Se ancora non lo si è fatto, attrezzarsi per capire come funzionano i
social media e la rete, iniziare a costruirci la propria presenza, impostare la
propria strategia di relazione digital: queste sono le cose da fare per tutte
le marche che aspirano a diventare o rimanere tali nel prossimo futuro.
Maurizio Pisani
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