mercoledì 16 aprile 2014

Marketing agroalimentare: Le 3 vie per sopravvivere nel largo consumo del futuro

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Foto tratta da www.designerblog.it


Tanti segnali ci indicano che nel largo consumo del futuro non ci sarà più spazio per tanti concorrenti.

La distribuzione, infatti, si sta concentrando sempre di più anche in Italia, e le Private Labels avanzano in tutti i settori, occupando sempre più spazio sugli scaffali dei punti vendita. 

Le grandi catene, che accrescono il loro potere di acquisto ogni anno, periodicamente razionalizzano gli assortimenti escludendo sempre di piu’ quei prodotti che non aggiungono grande valore al loro assortimento.

Dall’altra parte, i consumatori sono diventati sempre piu’ esigenti, informati, meno facili da convincere, e meno disponibili ad aprire il loro portafoglio senza un reale motivo. 

La crisi economica di questi anni ha provocato grandi cambiamenti nei comportamenti di acquisto dei consumatori, e questi cambiamenti molto probabilmente sopravvivranno anche quando la crisi sarà finita.

In questo scenario, oggi, ci sono solo tre modi di sopravvivere e prosperare nel largo consumo, per chi non è così bravo e fortunato da essere leader nel suo settore, o da poterlo diventare.

Il primo è quella più antico del mondo: avere prezzi più bassi degli altri. Ci sarà sempre richiesta di prodotti di qualità accettabile ai prezzi più bassi possibile. Ovviamente, per vincere in questo modo bisogna avere anche costi piu’ bassi degli altri – e organizzare l’ attività intorno a questa idea. Uffici spartani, poco personale, controllo spasmodico dei costi.

Il secondo è più recente, in parte collegato al primo, e ne rappresenta l’evoluzione moderna: diventare un produttore per le Private Label dei supermercati. Per riuscire, ci vogliono flessibilità, grande efficienza produttiva ed economie di scala, ottima qualità a costi bassi.

Il terzo modo di sopravvivere e prosperare nel largo consumo è quello di differenziarsi da leader e private label. Di offrire qualcosa di diverso, di speciale, di unico. Oppure di ridurre il proprio campo di azione, concentrandosi su una regione o su un canale di vendita. Di occupare, cioè, una nicchia (di prodotto, geografica, e cosi via) non presidiata da leader e private label, che sia sufficientemente grande da garantire profitti adeguati, ma abbastanza piccola da non essere interessante per chi guarda ai grandi volumi.  Questo può voler dire rinunciare a fatturati e volumi, con le conseguenze negative del caso: ma può essere l’unica scelta strategica disponibile per i tanti follower che, oggi, trovano sempre meno spazio sugli scaffali dei punti vendita.

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Maurizio Pisani

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Pisani Food Marketing è un’agenzia di outsourcing di marketing e vendite per le aziende alimentari. E’ stata fondata da Maurizio Pisani, ex Direttore Marketing di Chiquita e Direttore Commerciale di Del Monte. Per maggiori informazioni, www.pisanifoodmarketing.it

(articolo pubblicato sul numero di Aprile di Distribuzione Moderna, www.distribuzionemoderna.info)


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